Last updated on 12 Ottobre 2023
Che cos’è la verità? E’ la domanda che ci si pone costantemente leggendo l’ultimo libro di Luciano Armeli Iapichino. Un libro intenso che nel raccontare svela e mentre svela apre nuovi scenari, nuovi dubbi, nuovi scenari inquietanti. Si intitola ” I cani di Didyme – All’ombra del Faro” ed è stato appena pubblicato da Armenio Editore (172 pagine, 20 euro) e rivela un piglio quasi da romanziere di Armeli che si è fin qui misurato con storie complesse e tanto inquietanti quanto lo è la storia di Martin, il vero protagonista di quest’ultimo lavoro di Luciano Armeli Iapichino.
Didyme, per chi non lo sapesse, è l’isola di Salina, una delle sette sorelle delle Isole Eolie “un eden di ginestre, fiordalisi, corbezzoli, capperi, uve e fichi d’india, incorniciato nelle acque cristalline di Ulisse” scrive Armeli. Ma Didyme “significa anche doppia, capace di avere due facce: bella e brutta, sincera e menzognera, altruista ed egoista”.
Ecco, è questo secondo aspetto che colpisce di più in questa tragica storia raccontata da Luciano Armeli Iapichino e che coinvolge il povero Martin che sul filo del romanzo sembra un personaggio della fantasia ma che della fantasia probabilmente non è. Come Didyme che ai più può sembrare un nome inventato ma è reale: è il nome greco dell’isola di Salina.
Per raccontare questa storia Luciano Armeli Iapichino è andato a scavare nelle migliori tecniche narrative di Leonardo Sciascia perché sciasciana è tutta la vicenda: il contesto, i personaggi, il protagonista. E sciasciani sono gli ingredienti di base per quello che, forse, poteva essere solo un reportage di un grande giornalista ed è diventato un romanzo sulla nostra miseria di siciliani saccheggiati e derubati: il malaffare, il disprezzo per la bellezza dell’isola in nome degli affari, le collusioni, i silenzi, la balordaggine e l’arroganza di certo ceto criminale. La violenza, in questo racconto, è sfacciata; l’omertà è un segno distintivo. Tutti sanno cosa è accaduto all’ombra del Faro, nessuno ne vuol parlare. Martin ha fatto la fine dei cani di Didyme ma con Martin è “morta la speranza dei siciliani onesti”.
Metafora? Verità? Una, chiamiamola, postilla ci fa riflettere sul caso, su questo caso: il magistrato, allo scrittore che chiede di vedere gli atti dell’inchiesta sulla morte di Martin, oppone il segreto istruttorio e ancora oggi non sappiamo se vi sia l’istruttoria ma sappiamo che vi è il segreto. Ben custodito dai cittadini di Didyme. E purtroppo alla fine una certezza: forse la verità non esiste, ma l’omertà esiste sicuramente. Ancora.
PS: Se avete tempo e voglia il libro di Luciano Armeli Iapichino sarà presentato sabato 9 settembre, alle ore 18.00 nella suggestiva cornice delle Terrazze di Giove (Mongiove), con il sole a strapiombo sul mare. Vale la pena esserci.
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