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Un dibattito estivo sui Nebrodi e gli spunti per il futuro arrivati da “Un paese in cucina”

Può il cibo aiutare i piccoli comuni delle aree interne della Sicilia a costruire piccole filiere redditizie e con una concreta prospettiva di crescita? E’ in fondo questa la domanda che ci si pone continuamente anche di fronte alla fragilità di alcuni sistemi economici. Ed è una domanda ricorrente perché ricorrenti sono le produzioni di eccellenza in varie aree della Sicilia.

Nebrodi: a Galati Mamertino si ricomincia a parlare di sviluppo

Se ne parla certo. E recentemente il tema è stato in qualche modo affrontato a Galati Mamertino, piccolo centro nel cuore dei Nebrodi che all’enogastronomia e alle potenzialità di sviluppo (produttivo, turistico, della ristorazione) dedica da anni una manifestazione come il Festival del giornalismo enogastronomico. Questa volta l’occasione è stata fornita da una manifestazione, “Un paese in cucina”, che per tre giorni ha animato il centro del piccolo comune della provincia di Messina. “Non la solita fiera” hanno dichiarato gli organizzatori e tale è stata: un numero zero che ha comunque espresso buone potenzialità in termini di proposta.

Un paese in cucina apre il dibattito sul futuro dell’agroalimentare

Ma non è questo il punto. La questione, importante e sostanziale, è la capacità di creare dibattito attorno ad alcune questioni e in questo caso attorno alla filiera dell’agroalimentare. La presenza di un Mulino pastificio (visitabile) a Galati Mamertino dimostra che è esistita anche in quell’area una filiera della trasformazione industriale dei prodotti locali (il grano) e che dunque è esistito anche uno spirito imprenditoriale. La presenza di numerosi ristoranti (se ne contano almeno cinque) e il fatto di essere, cito il comunicato degli organizzatori, “il paese con la più alta densità di ristoranti e di ristoratori sparsi in tutto il mondo” mostrano una grande capacità di lavorare con il cibo. Per non parlare poi della trasformazione dei prodotti locali (il miele, i salumi, i formaggi). Insomma, il sistema esiste ma forse va organizzato.

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Un paese in cucina Nebrodi

Cosa può fare il Comune per la filiera

E certamente il Comune può svolgere un ruolo fondamentale, per esempio scegliendo di dare in concessione i terreni di sua proprietà ai giovani che hanno voglia di coltivarli perché è possibile, e sarebbe addirittura auspicabile, riprendere a seminare il grano, o avviare altre iniziative (allevamento di suini neri, per dire). Il sindaco Vincenzo Amadore si è detto disponibile a sostenere la filiera. Bene, anzi benissimo. Una scelta amministrativa sui terreni potrebbe già essere un segnale per i giovani di quel territorio.

Il programma per il futuro

Ci si aspetta che alla prossima edizione di Un paese in cucina sui Nebrodi vi sia l’intera filiera rappresentata in piazza: pane, pasta e dolci con farine di grani coltivati sui Nebrodi potrebbero essere già un esempio di economia che si mette in marcia. ma soprattutto potrebbero essere simboli di una nuova consapevolezza: il futuro è delle aree interne che hanno dal punto di vista ambientale una qualità della vita invidiabile. E’ una sfida per tutti ma soprattutto per la politica (in generale e quindi anche dell’amministrazione comunale): riuscire a far capire che recuperando e innovando gli antichi saperi di questi luoghi è possibile fare impresa e viverci.

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